martedì 4 agosto 2009

aNobii

Oggi è stata una giornata produttiva. Ho continuato la lettura del libro di cui parlerò uno di questi giorni (lo finirò a breve, proverò a capire come utilizzarlo nella mia vita lavorativa reale, e poi scriverò su di lui), proprio quello di cui mi sono innamorata (praticamente a prima vista, tanto da andarlo subito a cercare in libreria).
Ho inframezzato la giornata con una nuova attività: ho trovato (in due riferimenti diversi, quindi è stata una quasi chiamata) il riferimento al sito aNobii, che è una specie di "luogo di lettura" virtuale in cui gli iscritti presentano gli scaffali delle loro librerie, inserendo i libri che hanno letto, e - dice la presentazione - permettere alle persone con mentalità simile di mettersi in contatto e intrattenere conversazioni ricche di significato.
Mi sono iscritta, ho inserito uno scaffale di libri e nel frattempo ho anche pulito (una minima) parte della mia libreria.
Ora torno al mio amico libro (per fortuna che mi serve per lavoro, ormai me lo porto dappertutto...).

lunedì 3 agosto 2009

Pomodori ripieni

Sabato sera, su specifica richiesta (mi piacerebbe mangiare la pasta con le melanzane fritte e un antipasto prima) ho prodotto un simpatico antipasto di pomodori ripieni velocissimo, che ho scovato (e modificato) dalla rete, sul sito Lo spicchio d'aglio. Mio padre saltellava di gioia, l'accompagnatore un po' meno (ma si è consolato con le melanzane fritte, rigorosamente in pastella). Piatto che probabilmente rifarò, un po' per nutrire lo zio e un po' anche come idea da portarmi nei miei tupperware da pranzo (le volte che mi ricordo di fare qualcosa prima di uscire).

Ingredienti (le dosi sono un po' a occhio, già modificate per quattro visto che il ripieno in tre pomodori strabordava felice):
  • 4 pomodori rossi, tondi, maturi ma ben sodi
  • 4 foglie di basilico (la ricetta lo richiedeva, io l'ho anche usato, ma ne vivo anche senza)
  • prezzemolo (io me ne sono fatta prestare da mia cugina un pugnetto, già tritato)
  • una confezione di alici in salsa piccante (la ricetta originale diceva sott'olio, ma visto che il patè di olive non mi piace, ho deciso di optare per un gusto un po' più forte), quelle che mio zio chiama "le alici di Natale"
  • 120 g di tonno sott'olio sgocciolato
Lavare i pomodori e tagliare le calotte. Incidere la polpa intorno ai bordi con un coltello e rimuoverla scavando con un cucchiaino. Metterli capovolti su un piatto (per circa un'ora), in modo che perdano l'acqua.
Lavare le foglie di basilico e di prezzemolo e tritarli su un tagliere, insieme alle alici scolate.
Scolare il tonno, sminuzzarlo con una forchetta e metterlo in una ciotola con il composto di erbe e alici e mescolare bene.
A questo punto ho anche aggiunto la polpa e parte delle calottine dei pomodori, anch'esse ben tritate (volevo coprire i pomodori, ma una delle calottine era un po' ammaccata, quindi si fa di necessità virtù) e un cucchiaino della salsa piccante delle alici.
Prendere i pomodori e riempirlo con il composto di tonno e mettere in frigo almeno un'ora. Prima di servire, lasciare riposare il piatto fuori dal frigorifero per una quindicina di minuti (almeno, io ho fatto così).

domenica 2 agosto 2009

I castelli di lago - Cunsert

Il 18 luglio sono stata (ho partecipato?) a un'esposizione nell'ambito di un festival, "Castelli di lago", di (leggo dal depliant) Arte-teatro-ambiente-burattini-narrazione-workshop. L'avevo scovato per caso, probabilmente cercando qualcosa sul notiziario on-line della provincia di Varese, e l'avevo pubblicizzato alle amiche. E una di queste mi ha ascoltato, andando alla presentazione di - appunto - l'esposizione "Cunsert" che mi ha descritto. Quindi ho convinto il mio allegro accompagnatore (ignaro di cosa l'aspettava) a portarmici.

Continuo a prendere spunto dal depliant...
L'esposizione a cui siamo stati, che si chiamava "Progetto Cunsèrt: conservazione - Il lavoro dell'acqua e della memoria", sfruttava lo spazio di tre ghiacciaie presso il lago a Cazzago Brabbia, utilizzate una volta per la conservazione del pesce ed ora restaurate da parte dell'amministrazione.

Leggo:
L'acqua ha memoria? Questo interrogativo, dibattuto da anni a livello scientifico, non ha ancora ricevuto una risposta positiva.
Nonostante l'impossibilità della dimostrazione scientifica (anche se alcuni scienziati dichiarano di averlo fatto), è affascinante pensare che l'acqua conservi la memoria. Ma se l'acqua ha memoria come fa a raccontare tutto quello che ha visto in milioni di anni? Donatella Mora ha cercato la risposta nel Lago Maggiore osservando le sue acque, e crede di averla trovata nella legna che il lago restituisce dopo piogge intense, che da noi chiamano "buzza". Sono legni levigati dall'acqua. Ecco come l'acqua trasmette quel che ha visto: levigando opportunamente i legni.
Con semplici ritocchi vedremo moltitudini di pesci che hanno abitato il lago fin dalla sua creazione, animali conosciuti e altri ormai estinti, ominidi di varie dimensioni che hanno abitato le spnde del lago e forse quelle dei fiumi, dato che la "buzza" porta legna dalle montagne attraverso essi. Quel che ancora non sappiamo fare è distinguere se i personaggi restituiti dal lago siano frutto della sua memoria o di quella dei fiumi, ma poco importa: ora sappiamo che l'acqua ricorda.
L'esposizione era strutturata appunto nella cornice delle tre ghiacciaie. La prima ghiacciaia conteneva le opere d'arte di Donatella Mora, che, a partire dai legni di recupero e altri materiali (chiodi, una gabbia, etc.) ha ricreato personaggi strani, uccelli, forme antropomorfe, etc. Il gioco era riscoprirli quasi nel buio, aiutandosi da una torcia elettrica per scoprirne le forme.
Nella seconda ghiacciaia, la più profonda, erano state utilizzate le figure della prima in una proiezione sui muri ad opera di Cristian Bolis, accompagnata da musica, che dava la sensazione di essere in un caleidoscopio. All'ingresso c'erano alcuni foglietti a forma di elica, su cui scrivere un pensiero dal titolo "Io vorrei conservare..." e da gettare nella ghiacciaia. I pensieri sarebbero stati recuperati e raccolti sul blog del festival.
Nella terza invece la partecipazione diventava creazione, ognuno, con l'utilizzo dei legni recuperati dal lago, doveva creare un'opera d'arte. Questa è la mia (dal blog del festival):

Latitanza...

Certo che ne passa di tempo tra un giorno e l'altro in cui io, presa da cazzeggi cosmici e ancora più cosmici "forse è il caso di mettersi dietro a lavorare", guardo il blog (e quello lo guardo tutti i giorni), clicco sul tastino "entra" (adesso mi impegno e lo faccio ogni settimana, circa) e decido di scrivere (ma è da giorni che dico: "cavoli, è già finito luglio...").
E la latitanza di tutto luglio non ha spiegazioni effettive (a parte il cazzeggio). O forse sì, se mi impegno le trovo...

Ho passato due settimane di fuoco (ormai due settimane fa, però), da un mio cliente per il quale ho seguito certificazione ISO 9001 (già aggiornata al 2008!) e 14001. I certificatori sono arrivati, hanno guardato, girato, rigirato l'azienda, rigirato i quintali di fogli prodotti, pensato, ripensato, chiesto, chiesto di nuovo, e tutte le cose noiose che fanno i certificatori, poi si sono chiusi (per ore interminabili) in camera di consiglio, mentre noi volevamo andare a casa sfiniti (soprattutto l'impiegato, nettamente fuori orario di lavoro), poi ci hanno richiamato e ci hanno dato la certificazione (ma tornano tra tre mesi a chiudere un miliardo di non conformità, AIUTO!!!).

E la settimana dopo, ancora un audit nella stessa azienda, questa volta verifica di seconda parte di conformità normativa rispetto alla gestione dei RAEE (per i non adepti: Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, della serie sono un agronomo ma mi dò da fare in altri campi...). Anche qui: check-list da seguire, domande su domande, scartabellare tra fogli, giro aziendale (io ero bellissima: con l'abito nero lungo smanicato e le scarpe antinfortunistica avrei fatto un figurone a tutti i concerti post-rock-emo-nu, anzi... quasi quasi ci penso, peccato che le mie scarpe antinfortunistica siano bluette), nuovo giro aziendale (in cui io ho chiacchierato amabilmente del più e del meno con il capo impianto, al posto di seguire il certificatore), poi seduta in camera di consiglio da parte dei due personaggi (questa volta noi eravamo mooolto più tranquilli, infatti io mi sono messa in pesa con l'impiegata a sorseggiare caffé e a zabettare). Risultato: positivo!

Negli altri giorni mi sono invece rimessa a lavorare sulle relazioni agronomiche per i PGT dei Comuni. Mi sono scaricata la nuova carta dell'uso del suolo della Regione Lombardia (DUSAF2), ho litigato con la carta perché non voleva farsi clippare in nessun modo sul territorio comunale (mi diceva che era corrotta, alla fine ho scoperto che c'erano delle aree di sovrapposizione tra due usi del suolo, della serie: che bel lavoro...), ho continuato a litigarci, ci siamo picchiate (ma alla fine ho vinto io) e poi, finalmente, ho tirato fuori uno schema di variazioni dell'uso del suolo degli anni intercorsi tra la redazione della prima e della seconda carta (scoprendo che le variazioni erano più o meno irrilevanti).

Questa settimana sono andata in biblioteca in università per lavoro, ho trovato un libro bellissimo (è stato un colpo di fulmine), l'ho comprato e lo sto leggendo... Però, visto che l'infatuazione sta continuando e mi sta facendo riflettere sulla mia vita lavorativa (insieme ad altre riflessioni che mi sto portando dietro da mesi), il libro merita un post a sé stante, che spero di scrivere nei prossimi giorni (fatemelo finire di leggere!!!).